Il Kitesurf

Per alcuni è uno sport estremo. Per altri un’emozione da concedersi in vacanza. Per tanti, uno sport che richiede preparazione – al pari di tutti gli altri – e che ricambia la dedizione con momenti stupendi sul mare. Parliamo del Kitesurf, approdato in Italia ormai da diversi anni, e considerato, a ragione, uno sport a tutti gli effetti.
Capace di fondere le abilità, gli strumenti e le emozioni proprie del surf, del windsurf, del parapendio – e potremmo continuare – il kitesurf sta contagiando un numero crescente di appassionati. La ragione è presto spiegata. Pur richiedendo preparazione, ma non mancano i maestri, e pur composto da elementi di discipline sportive diverse, di per sé è una disciplina sportiva semplice, che nelle linee essenziali può essere compresa al volo anche dall’amatore alle prime armi.

Prima di veder meglio di che cosa si tratta, diamo uno sguardo in breve alla sua storia. Premesso che kite, in inglese, significa aquilone, siamo già calati nelle origini del kitesurf, ovvero l’unione tra un grande aquilone, simile o identico ai moderni paracadute, e una tavola da surf.
L’evoluzione tecnologica si è rivelata, negli ultimissimi decenni, la chiave per realizzare un sogno, quello del kitesurf, cullato fin dall’Ottocento. I tentativi di arrivare a provare fascino ed ebbrezza di vento e mare, senza ricorrere a imbarcazioni, iniziarono infatti in tempi insospettabili, con aquiloni rinforzati, e sono proseguiti per tutto il Novecento, giungendo quasi a compimento negli anni Settanta e Ottanta.

La svolta è per derivata dalla tecnologia che ha permesso la realizzazione di materiali resistenti e al tempo stesso idonei per la realizzazione degli attuali aquiloni, tenendo conto delle forze che agiscono su di questi e della necessità di collegarli alla persona che si regge sulla tavola.
In particolare, negli anni Novanta le tappe d’avvicinamento alla soluzione ottimale – ferma restando un’evoluzione continua di materiali ed equipaggiamento – si rivelarono decisive. Nacquero club, sorsero associazioni e federazioni. E si continuò a lavorare, fino all’esplosione – proprio al cambio di millennio – del kitesurf. In un’epoca ormai globalizzata, nella quale lo scambio d’immagini e di notizie avveniva già in tempo reale, questo sport passò subito dalle Hawaii, dalla California e dalla Florida alle coste del resto del mondo, Italia compresa.

Da circa 15 anni, praticare kitesurfing significa imparare e vivere uno sport vero e proprio. Il primo equipaggiamento visto accanto alle nostre spiagge, nel 2000 e dintorni, comprendeva tavole monodirezionali, simili a quelle da windsurf. Subito dopo, in un’evoluzione come dicevamo rapidissima, arrivarono le attuali tavole bidirezionali, capaci di rendere al meglio in assenza di correnti forti e di onde.
Le possibilità offerte dal kitesurf sono molteplici e si riconducono a due pratiche fondamentali, alle quali si uniscono ovviamente specialità diverse: correre sul pelo dell’acqua, trascinati dal vento, in assenza di onde, oppure, e siamo alla seconda opzione, sfruttare il fattore onda e la piena combinazione tra surf e kitesurf. Decisamente belle sono, tra le varie specialità, le gare di velocità su acqua piatta. Di per sé emozionanti, rimangono le evoluzioni sulle onde. Insomma, il kitesurf offre diverse e belle possibilità di divertimento e di attività fisica all’aperto, a contatto con elementi naturali come vento e acqua.L’atleta deve essere ben preparato, con muscolatura tonica ed elastica, capace di compiere movimenti precisi, talvolta improvvisi, senza rischiare strappi o altri guai fisici. Il kitesurf sfrutta la potenza del vento e, benché l’aquilone possa venire controllato e i movimenti sulla tavola rimangano liberi, occorrono la forza, l’abilità e l’elasticità per regolare la potenza del vento e la propria traiettoria.

In Italia, il kitesurf può contare su scuole, su associazioni, su settori all’interno di una federazione, su maestri e luoghi dove può essere praticato senza problemi e senza rischi per l’atleta o terze persone. La sicurezza per sé e per gli altri è del resto un argomento che deve stare a cuore a ogni praticante di kitesurf, di quello alle prime armi come del campione.
Per il resto, largo alla pratica, in luoghi molto diversi gli uni dagli altri come – per citare alcuni esempi – il lago di Garda, il lago Maggiore, le spiagge pugliesi, la costa toscana dalla bocca dell’Arno all’alta Maremma, la Liguria, la Romagna.